I ricercatori del Dipartimento di Chimica della Saint Louis University e del Dipartimento di Ingegneria Biomedica della Michigan State University ritengono promettente l'utilizzo della tecnologia PolyJet™ per facilitare la produzione di dispositivi microfluidici. Rispetto ai metodi tradizionali, che richiedono molto lavoro e tempo, la stampa 3D di dispositivi microfluidici è più veloce, facilmente personalizzabile e offre una migliore riproducibilità. Uno dei principali vantaggi della tecnologia PolyJet è la libertà dai vincoli di fabbricazione convenzionali. Le capacità ad alta risoluzione delle stampanti 3D PolyJet consentono di creare le geometrie complesse richieste dalla microfluidica, come canali piccoli e chiusi, in modo più rapido e con meno lavoro. La tecnologia PolyJet sostituisce molti dei processi normalmente richiesti per creare dispositivi microfluidici, eliminando i passaggi di polimerizzazione UV e stratificazione.
Utilizzando una stampante 3D PolyJet, il team è riuscito a produrre un chip microfluidico in meno di mezz'ora. Mentre la stampa 3D di dispositivi microfluidici presenta generalmente notevoli inconvenienti, la tecnologia PolyJet offre una soluzione a problemi quali la qualità della superficie, la trasparenza ottica e la scelta dei materiali. L'alta risoluzione delle stampanti 3D PolyJet permette di produrre veri e propri canali microfluidici (125 x 54 μm), con geometrie complesse come, ad esempio, le forme a serpentina. Le stampanti 3D PolyJet offrono anche funzionalità multi-materiale e un'ampia scelta in termini di texture e trasparenza. E per molti dispositivi microfluidici, la trasparenza è essenziale per il rilevamento ottico. Per lo strato di copertura del chip microfluidico, il team ha utilizzato VeroClear™ traslucido che simula l'acrilico. Per le porte e le connessioni tra il chip e i sistemi esterni, il team ha utilizzato il materiale simil-gomma Tango+, che ha permesso di realizzare tubi di collegamento e di sigillatura a pressione.
Inoltre, ha scoperto che i materiali PolyJet sono ideali sia per l'analisi di campioni biologici complessi che per l'analisi ottica di piccole molecole. L'uso della tecnologia PolyJet permette di creare dispositivi microfluidici più resistenti e riproducibili, in modo più efficiente rispetto a quelli prodotti con mezzi tradizionali. Le ricerche del team sulla stampa 3D e sulla microfluidica sono pubblicate sulle riviste Analytical Chemistry e Analyst, entrambe disponibili online.